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Il Chiasso Largo - Numero 12

Categoria : Libri Pascal Editrice / Rivista - Il Chiasso Largo
Autore : Pascal Editrice
Prezzo : 5,00
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Descrizione : L’ultimo poeta
del nostro ‘900
In ottobre ci ha lasciato Andrea Zanzotto. Aveva novant’anni. Era dunque l’ultimo superstite di quella generazione di poeti e scrittori che, nei decenni precedenti e seguenti l’ultima guerra mondiale, rifondarono la letteratura italiana, la nostra cultura, la nostra dignità nazionale; creando un nuovo linguaggio e un’inedita sensibilità civile, portandoci finalmente lontano dalle fatue retoriche, pur sorrette da mirabolante maestria tecnica, della triade Carducci, Pascoli, D’Annunzio e dei loro terribili imitatori.
Dire Zanzotto equivale a dire Montale, Quasimodo, Ungaretti, Luzi, ma anche Pratolini, Fenoglio, Bassani, Pavese, Pasolini; equivale a evocare quella stagione geniale e feconda delle nostre lettere che quelli della mia classe (1951) impararono a conoscere come contemporanea, che oggi invece sembra lontana non trenta o quarant’anni ma secoli. Versi scritti con inchiostro, non al pc. Che nessuno mai messaggiò col cellulare. Che difficilmente qualcuno ha mai allegato a una mail. Libri le cui pagine andavano separate col tagliacarte, che ignoravano il lusso di copertine rigide, tanto meno lucide.
Quella letteratura fondò negli anni ’40 del Novecento la nostra democrazia e accompagnò il Paese nel progresso e nella modernità ai quali si aprì nei “meravigliosi” anni ’50. Quella poesia ci rese adulti: “M’illumino d’immenso”, “ … ed è subito sera”, “Spesso il male di vivere ho incontrato …”, “Verrà la morte e avrà i tuoi occhi”; versi e bagliori che guidarono generazioni alla scoperta di una sensibilità moderna e dunque di se stesse.
Zanzotto fu tra le ultime leve di quella stagione; ad essa è sopravvissuto, a lungo. La sua opera fondamentale è intitolata: “Il galateo in bosco”, vigorosa testimonianza della “preistoria” agricolo-botanica della poesia italiana (i “ligustri e acanti” montaliani). Dalla “beat generation” in poi la poesia si è fatta metropolitana. Non a caso i suoi ultimi anni di vita sono trascorsi in un silenzio ancor più ermetico di quello cui pure la sua natura schiva si era da sempre affidata.
È come se la sua morte consenta la definitiva e onorata sepoltura di tutto un secolo letterario, il nostro Novecento, che nell’esile e stanca figura del grande poeta veneto continuava sommessamente a respirare.
Zanzotto, figlio di un antifascista perseguitato dal regime; egli stesso partigiano nelle file di “Giustizia e Libertà”, fu testimonianza vivente di quella parte di italiani che durante la guerra tentarono di gettare le basi di un’Italia nuova e diversa, riscattata dal servilismo verso il potente, dall’opportunismo, dalla cura ossessiva per il proprio particolare intimamente connessa all’indifferenza verso il bene comune. Italiani che, specie guardando all’Italia di ora, sono stati traditi dalle generazioni successive e beffati dalla storia.
Tuttavia, attraverso le loro opere – letterarie, artistiche o di pensiero –, quegli italiani hanno lasciato a noi, soprattutto a chi oggi è giovane, un patrimonio di idee e passioni che, se ben compreso e assimilato, costituisce un formidabile strumento per riflettere sul passato e trovare la forza per cambiare il presente.
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Questo libro è stato aggiunto : Dic 28, 2011
Punti: 1367
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